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Quanta microplastica respiriamo?

Abbiamo, purtroppo, imparato recentemente che l’inquinamento da microplastiche sta diventando un problema sempre più serio sia per l’ecosistema mondiale sia per la nostra salute: per l’ecosistema, perché la presenza di frammenti di plastica è stata rilevata anche in ambienti che si credeva essere incontaminati, per la nostra salute, perché l’accumulo di microplastiche nel nostro corpo ha effetti ancora sconosciuti. Per microplastiche si intendono tutti quei frammenti di materiale plastico o sintetico (plastiche dure, fibre sintetiche etc.) dalle dimensioni inferiori al millimetro e proprio per le ridotte dimensioni hanno invaso tutti gli ecosistemi della terra, entrando attraverso la catena alimentare, negli organi e nei tessuti di tutti gli esseri viventi.

Parlando di microplastiche subito associamo questo tipo di inquinamento ai mari e agli oceani, ma un aspetto ancora più recente negli studi degli scienziati è la presenza nell’aria di una grande quantità di microplastiche che respiriamo costantemente.

Altra mito da sfatare riguardo la plastica sono i presunti tempi di degradazione che normalmente vengono indicati tra i 100 e i 1000 anni: la plastica non è biodegradabile perché non ci sono batteri in grado di degradare i lunghi polimeri di cui è composta, al contrario si frammenta in pezzi sempre più piccoli sotto l’azione dei raggi UV, del vento o dell’erosione. Questa frammentazione si pensava che potesse essere in qualche modo una forma di degradazione, invece più si frammenta maggiore è la pericolosità perché i frammenti più sono piccoli maggiore è la loro capacità di penetrare all’interno di organi e tessuti. Infatti gli scienziati hanno trovato frammenti di microplastiche perfino nel cervello umano, nonostante sia protetto dalla barriera emato-encefalica.

Inquinamento da microplastiche

Nel presente articolo analizzeremo l’inquinamento di microplastiche nell’aria, gli effetti tossici sulla nostra salute e come difenderci. Non parleremo dell’ingestione come via di assorbimento, non perché sia meno pericolosa, infatti ogni settimana è stimato che ne ingeriamo circa 5 grammi, ma perché possiamo difenderci dall’assunzione veicolata dall’aria grazie all’uso di un purificatore professionale, mentre difenderci dall’ingestione è molto più difficile visto la presenza delle microplastiche in tantissimi alimenti e perfino nell’acqua potabile.

Uno studio francese ha analizzato la presenza di microplastiche nella zona dei Pirenei francesi a 1425 metri sul mare lontano da grandi aree urbane o industriali. Il risultato evidenzia che ogni giorno si depositano 249 frammenti di plastica, 44 fibre e 73 pellicole per ogni metro quadro di terreno, e che queste microplastiche possono essere trasportate dal vento per distanze molto lunghe, fino a 95 km.

Ma la situazione nelle grandi città è di gran lunga peggiore, infatti uno studio inglese ha dimostrato che la presenza di microplastiche nell’aria di Londra è addirittura 20 volte superiore ai dati raccolti dai ricercatori sui Pirenei francesi.

Un altro studio campiona le microplastiche nell’aria delle case ed ha evidenziato la presenza di due tipi di microfibre: di natura organica o di natura sintetica. Entrambe hanno dimensioni simili però hanno una origine diversa, le prime hanno una derivazione vegetale o animale, mentre le seconde sono di origine sintetica. La pericolosità delle microplastiche non è dovuta solo alle ridotte dimensioni che permettono la penetrazione in profondità negli organismi, ma le microplastiche di natura sintetica sono molto più pericolose perché contengono molte composte tossiche tra cui metalli ed idrocarburi policiclici aromatici. Gli effetti negativi sulla salute sono molto pesanti: infiammazione cronica, abbassamento della clearance muco ciliare (che è il meccanismo di rimozione delle particelle estranee, batteri, polveri ad opera delle ciglia e del muco che riveste le vie respiratorie) fino ad arrivare ad effetti mutageni e cancerogeni.

L’unico modo per proteggersi dalle microplastiche nell’aria che respiriamo è utilizzare un purificatore professionale dotato di un filtro HEPA che sia in grado di bloccare le micro particelle con un diametro fino a 0,003 micrometri con un’efficienza del 99,5%. Per questo motivo quando scegliamo un purificatore dobbiamo prestare attenzione alla certificazione dei filtri e alla superficie dei filtri stessi.

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BIBLIOGRAFIA

  • Microplastica assorbita per ingestione: How Much Microplastics Are We Ingesting?: Estimation of the Mass of Microplastics Ingested. Kala Senathirajah and Thava Palanisami. University of Newcastle, 2019.
  • Studio francese: Atmospheric transport and deposition of microplastics in a remote mountain catchment. Steve Allen, Deonie Allen, Vernon R. Phoenix, Gaël Le Roux, Pilar Durántez Jiménez, Anaëlle Simonneau, Stéphane Binet and Didier Galop. NATURE GEOSCIENCE, VOL 12, MAY 2019, 339–344.
  • Analisi dell’aria nelle nostre case: Microplastics in air: Are we breathing it in? Johnny Gasperi, Stephanie L. Wright, Rachid Dris, France Collard, Corinne Mandin, Mohamed Guerrouache, Valérie Langlois, Frank J. Kelly and Bruno Tassin. Current Opinion in Environmental Science & Health 2018, 1:1–5
  • Studio inglese: Atmospheric microplastic deposition in an urban environment and an evaluation of transport. S.L.Wrightab, J.Ulkea, A.Font K.L.A.Chanc, J.Kelly. https://doi.org/10.1016/j.envint.2019.105411

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