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Inquinamento Pianura Padana

Perché in Pianura Padana la pandemia ha colpito più duramente

L’attuale pandemia di COVID-19 ha messo ancora una volta in luce quanto l’inquinamento ambientale sia pericoloso per la salute delle persone. In generale, le sostanze inquinanti causano una lista infinita di patologie (tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie, etc) ed in tutto il mondo sono responsabili di 9 milioni di morti ogni anno; nello specifico della pandemia, le PM2,5 e gli NOx aumentano la probabilità di contagio da parte del SARS-CoV-2 e la gravità dei sintomi, come abbiamo già scritto in un recente articolo.

Per quest’ultimo motivo la pandemia ha colpito più duramente la Pianura Padana rispetto ad altre parti d’Italia, ed in questo articolo analizzeremo i motivi per cui la Pianura Padana è uno dei posti più inquinati d’Europa.

Uno dei motivi è dovuto alla elevata densità abitativa e alla elevata concentrazione di attività produttive, come:

  • gli allevamenti intensivi di animali sono responsabili dell’emissione di grandi quantità di ammoniaca e metano.
  • Le coltivazioni intensive sono responsabili delle emissioni di composti azotati e polveri sottili.
  • L’intenso traffico di veicoli a motore, che utilizzano i combustibili fossili, è responsabile dell’emissione di polveri sottili, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, COV, etc.
  • Le attività industriali provocano un elevato inquinamento atmosferico sia di particolato che di tipo gassoso.
  • Il riscaldamento domestico, soprattutto nella stagione fredda, è responsabile dell’emissione di tutti quegli inquinanti tipici della combustione. Per quanto riguarda le polveri sottili, le stufe e i camini domestici a legna sono responsabili di più del 90% delle emissioni di PM10 da riscaldamento, nonostante producano meno del 10% del calore.

Livelli inquinamento in Pianura PadanaL’altro motivo degli elevati livelli di inquinamento atmosferico della Pianura Padana è dovuto alle caratteristiche geografiche: la Pianura Padana è circondata, da tre lati, dalle Alpi e dagli Appennini che impediscono il passaggio di venti e delle perturbazioni atmosferiche, creando una vera e propria barriera. Soprattutto d’inverno, l’alta pressione provoca un ristagno dell’aria che impedisce la dispersione delle sostanze inquinanti, infatti, possiamo osservare che la velocità media dei venti è tra le più basse d’Europa. La conferma che una grande percentuale dell’inquinamento è dovuto alla morfologia geografica possiamo averla dall’analisi del particolato di origine secondaria. Infatti, se analizziamo la composizione del PM10, possiamo osservare che più del 50% da particolato è di origine secondaria, sia organica che inorganica, causato dal ristagno dei precursori degli inquinanti a livello del suolo (ossidi di azoto, di zolfo, ammoniaca, composti organici volatili).

Questi dati morfologici trovano un riscontro nei bollettini dell’inquinamento che l’ARPA emette ogni giorno, in cui si evidenzia che tutte le città capoluogo di provincia dell’area padana (escluse Cuneo, Novara, Verbania e Belluno) hanno superato almeno uno dei limiti di concentrazione delle PM10 o dell’ozono. I dati del 2018, riguardo al numero di giorni in cui sono stati superati i livelli di inquinamento, mostrano che al primo posto c’é Brescia con 150 giorni (47 per il PM10 e 103 per l’ozono), seguita da Lodi con 149 (78 per il PM10 e 71 per l’ozono), Monza (140), Venezia (139), Alessandria (136), Milano (135), Torino (134), Padova (130), Bergamo e Cremona (127) e Rovigo (121). Successivamente, troviamo Frosinone con 116 giorni di superamento (83 per il Pm10 e 33 per l’ozono), prima città non appartenente all’area padana. I superamenti dei livelli di inquinamento stabiliti per legge (50 microg/mc per 35 giorni/anno per le polveri sottili e 120 microg/mc per 25 giorni/anno per l’ozono) raggiungono i picchi, soprattutto, in inverno per le polveri sottili ed in estate per l’ozono. Se sommiamo il numero dei superamenti dei livelli di ozono e PM10, possiamo concludere che gli abitanti della Pianura Padana respirano, praticamente, un giorno su due aria altamente inquinata.

In conclusione, possiamo affermare che è urgente da parte delle istituzioni, a tutti i livelli, affrontare in modo organico e globale (e non solo con il blocco del traffico) il problema dell’inquinamento soprattutto in zone come la Pianura Padana, perché i livelli elevati di inquinamento si traducono in modo matematico in una maggiore incidenza di moltissime patologie con un costo umano e sociale enorme. Nella nostra sfera privata possiamo proteggerci con un purificatore professionale che sia dotato sia di filtri HEPA, per l’abbattimento del particolato, sia di filtri a carbone attivo per gli inquinanti gassosi. I purificatori professionali della linea IQAir hanno filtri a tre stadi che sono in grado di proteggerci dagli effetti nocivi dell’inquinamento ambientale indoor.

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BIBLIOGRAFIA

  • Atti della Conferenza Internazionale La Valutazione Ambientale Strategica e gli scenari di pianificazione per il miglioramento della qualità dell’aria in Pianura Padana – 11 giugno 2010, Alessandria, Palazzo Monferrato.
  • Qualità dell’ambiente urbano, XII Rapporto, Edizione 2016, Focus su Inquinamento atmosferico nelle aree urbane ed effetti sulla salute.
  • Rapporto Ozono 2018, Legambiente.
  • Mal’Aria di città 2019, Legambiente.
  • Rapporto Ambiente, Edizione 2018, Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.

 

 

 

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